COSMICISMI
Per un’ indagine…
Mostra personale di Daniele Folegatti
A cura di Chiara Messori
Sabato 9 aprile 2022, alle ore 16:00, presso la Galleria dei Sotterranei del Palazzo Ducale di Pavullo verrà ospitata la mostra “Cosmicismi” di Daniele Folegatti.
Riprendendo la filosofia del Cosmicismo, concepita dallo scrittore H. P. Lovecraft, secondo cui gli esseri umani altro non sarebbero che una presenza insignificante nello schema generale dell’universo, l’artista in mostra, rappresenta diversi piccoli cosmi che s’ incontrano, apparentemente distanti, autonomi ed indifferenti l’uno dall’ altro ma, in realtà, intimamente connessi, correlati da piccoli simboli che li pongono in una comunicazione silenziosa ma ineluttabile.
I “mondi” di Folegatti sono principalmente due: uno a colori ed un altro in bianco e
nero.
Nelle opere a colori, dalle tinte sgargianti, l’artista inscena un cosmo fatto di personaggi femminili e maschili che ci raccontano una storia di speranza, famiglia e redenzione ma anche di critica sociale, come nell’opera “Gesù social”. Sono tavole volte ad indagare un’esteriorità visibile solamente se ci si rende disponibili a scoprire un’ interiorità…l’artista ci chiede di entrare in questi piccoli cosmi da lui ideati e non solo di guardare ma di vedere, di andare oltre…
L’umanità che egli inscena non è nichilista, come quella lovecraftiana, anzi, ci spinge a cercare una via, un “credo”; vi sono vari rimandi alla tradizione delle tre grandi religioni monoteiste (Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo). Un ritratto molto dettagliato è riservato alla figura del Dio Gal, di sua invenzione (è infatti il protagonista di una sua storia illustrata); è un essere “buono” ma insieme anche una creatura antica che, similmente al Dio Azatoth, il dio cieco ed idiota, che gorgoglia e bestemmia al centro dell’Universo creato da Lovecraft, risulta essere completamente imprevedibile a riconferma del fatto che l’uomo è costantemente sottoposto a delle forze cosmiche caotiche e incomprensibili, che possono spazzarlo via da un momento all’altro, senza che lui nemmeno se ne accorga.
Nella serie di opere in bianco e nero emerge invece la tematica dell’ignoto e della conseguente inquietudine. Qui l’autore prende spunto dai personaggi della serie “True detective” i cui ideatori risultano influenzati a loro volta dal libro “Il Re Giallo” di Robert W. Chambers. In questa raccolta di racconti, gotico e fantastico si mescolano ponendo il lettore davanti a terribili verità che possono condurlo ad un senso di straniamento, fin quasi a portarlo alla follia.
I protagonisti in bianco e nero di Folegatti sono creature senza identità; esse entrano nella mente dell’autore palesandosi a lui attraverso i sogni, oppure l’artista ci porta all’interno di un improbabile parco archeologico in cui degli archeologi/astronauti stanno recuperando i resti di un mostro gigante che non è poi nient’altro che il Dio Gal. L’ignoto ritorna inoltre nella figura del gigantesco squalo (Ignoto degli abissi) che divora un’astronauta/palombaro alla scoperta del fondo degli abissi.
In queste opere anche la famiglia intesa come “nido” perde la sua valenza positiva di conforto divenendo una prigione all’interno della quale l’uccello, che non riesce più a volare per via della sua mole, rapisce le anime perse e dannate (“Il nido del diavolo”).
Folegatti si muove fra questi cosmi toccando tematiche pregne di significati, mostrandoci ora un aspetto tragico ora uno gioioso e portandoci con lui in un viaggio che sembra non avere fine.
L’ artista ci invita ad indagare questi cosmi, ad immergerci nel loop di simboli che ci si palesano di volta in volta in un turbine inesauribile. Non ci resta che seguirlo ricordando sempre una semplice massima: “Non prendiamoci gioco dei folli; la loro pazzia dura più della nostra…La differenza è tutta qui”(Incipit de “Il riparatore di reputazioni” da “Il re giallo” di R. Chambers).
Chiara Messori