PRIMO INCONTRO CON L'ARTE MODERNA
PIET MONDRIAN
(Amesfoort, Utrecht,1872- New York 1944)

Apro la settimana proponendovi il primo di una serie di incontri sull'arte moderna che si terranno presso la Galleria Spazio Fisico - via San Salvatore,11 - Modena.
Recentemente Spazio Fisico ha iniziato una collaborazione con l' Associazione ASD e APS "Il Germoglio e la Quercia" (www.ilgermoglioelaquercia.it) che si occupa di corsi e tecniche olistiche per il benessere del corpo e della mente. A tal proposito pensiamo che l'arte possa significativamente contribuire al benessere mentale di ciascuno di noi e, questa serie d'incontri, sono volti ad "indirizzare" ad una maggior comprensione dell'arte moderna e dei suoi protagonisti.
Abbiamo scelto come "apri pista" il famoso artista Piet Mondrian perché, nonostante ormai i suoi rettangoli colorati ci siano stati proposti un po' "in tutte le salse" (su manifesti, magliette, borse, orecchini, vestiti ecc.), volevamo indagarne il significato e soprattutto fare un percorso "a ritroso" per capirne l'origine.
Vedendo l'arte come un "lungo filo" che, partendo dalla preistoria, arriva fino ai giorni nostri, cerchiamo di "prendere un punto" di questa storia, capire cosa è successo e spiegare le personalità artistiche che vivevano quel determinato periodo storico e i luoghi che esperivano per riuscire a comprendere i significati delle loro figurazioni.
Piet Mondrian nasce in Olanda nel 1872. E' figlio di un pastore protestante, calvinista, dalle "chiese spoglie."
La sua arte si rivolge verso la teosofia, a cui rimase sempre intimamente legato. Egli voleva raggiungere una più profonda conoscenza della natura rispetto a quella resa disponibile dai mezzi empirici. Nel 1912 si trasferì a Parigi ed il suo "calvinismo" si trovò immerso in una Parigi che viaggiava a metà tra il simbolismo ed il cubismo.
Nel frattempo intanto in Olanda Van Gogh "entrava" nella natura dandone un'interpretazione di "germogliazione".
In questo periodo invece Mondrian subirà l'influenza del cubismo (Picasso e Braque). Da qui egli comincerà a "sintetizzare" la rappresentazione, come possiamo notere del quadro "La cattedrale":
La sua attenzione si sposterà più verso elementi naturali ed eseguirà una serie di alberi che diverranno via via più astratti nelle forme e poco colorati, scomposti in elementi essenziali.
L'albero rosso

Albero grigio
Nelle ultime opere più contemporanee, egli arriva ad una sintesi ultima; sono elementi verticali ed orizzontali sintetizzati a tal punto da divenire incontri di linee. E' il punto più alto a cui tendere; è l'uomo calvinista che diventa asceta.


Le sue opere richiedono tempi d'esecuzione lunghissimi perché realizzati con campiture ad olio che, col passare del tempo, hanno fatto l'effetto craclè.
In questa sede l'ingegner Guidotti, relatore, ha ben reso l'idea della "sintetizzazione Mondriana" proponendoci una sintesi fatta da lui servendosi di linee nere orizzontali e verticali che vanno a reinterpretare un'opera del 1660 di Jacob J. Van Ruisdael "Il campo di grano".
Il successo di Mondrian lo portò poi ad incontrarsi con l'architettura neoplastica che intendeva lo spazio come "scomposizione degli elementi che lo compongono". In questa concezione le superfici venivano diversificate attraverso i colori e fatte "slittare".

Abbiamo provato, in questa sede, a cercare di capire per voi e con voi uno dei grandi artisti dell'epoca moderna e per farlo siamo partiti da una concezione lontana, quella dell'estetica…
Il termine Estetica venne coniato da Alexander Gottlieb Baumgarten nel 1750. Da allora in poi nacque una nuova concezione del bello o meglio, l'idea del "bello" scompare in favore dell'emozione.
Da lsecondo dopoguerra poi tutto diviene estetica e quest'ultima diventa anche una "scusa" perché in questo calderone allora veramente si può includere tutto ciò che riesce a "trasmettere" un'emozione. Da qui scaturirà anche la così detta "poetica dell'oggetto" inteso come "veicolo di emozione".
A tal proposito allora abbiamo fatto una riflessione: visitando il "bidone dell'immondizia" della storia possiamo trovare qualcosa che ci dà un'emozione, farlo rivivere e connotarlo di una sua estetica. Questo strappo
Si tratta di uno strappo preso o meglio "recuperato" da un rifugio militare americano della seconda guerra mondiale, ha una sua estetica perché veicola nello spettatore una sensazione.
Partendo dall'arte intesa come qualcosa che trasmette sensazioni, stati d'animo, cercheremo di proseguire il nostro percorso indagando altre figure di artisti importanti per la storia dell'arte contemporanea, la cui comprensione ci aiuterà ad affrontare e a porre le basi per poter capire meglio anche l'arte contemporanea che rimane per molti ancora poco comprensibile. Seguiteci a Spazio Fisico e su questo blog! Buona visione!
Chiara Messori